Teti è un piccolo centro montano a circa 60 km da Nuoro. Nel suo territorio si trova un sito della massima importanza per l’archeologia della Sardegna: il santuario di Abini, grande centro religioso di epoca nuragica, frequentato tra il XIII e il VII secolo a.C., con un tempio dedicato al culto dell’acqua. Scoperto nel 1865 a una decina di chilometri dall’abitato, Abini diventa subito famoso per il rinvenimento di numerose statuine antropomorfe in bronzo, in particolare per quella cosiddetta del guerriero-demone con quattro braccia e quattro occhi, in seguito adottato come simbolo del paese. Nel territorio comunale esiste inoltre S’Urbale, un villaggio di capanne abitato tra il 1500 e il 900 a.C., nelle quali sono state ritrovati numerosi oggetti in ceramica e in pietra. Sebbene gli straordinari bronzetti di Abini siano confluiti sin dalla loro scoperta nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, l’abbondanza di reperti rinvenuti a Abini, S’Urbale e altri siti vicini ha giustificato l’istituzione di un Museo Archeologico Comprensoriale a Teti. Il Museo offre la ricostruzione di una capanna di S’Urbale realizzata con materiali del luogo; al suo interno sono visibili il focolare centrale e diversi oggetti in terracotta. La riproduzione permette di osservare le tecniche costruttive impiegate, tra le quali un ingegnoso sistema di coibentazione tramite sughero e argilla. Le vetrine ospitano numerosi reperti di grande interesse, tra cui una lucerna incompleta recante tracce di scrittura, un idoletto femminile del tipo “venere steatopigia”, una pintadera (timbro per pani rituali o tessuti), pugnaletti e punte di lancia, nonché le riproduzioni dei principali bronzetti rinvenuti a Abini.